La successione legittima e le sue quote è un tema che interessa molte persone ma le regole che disciplinano la divisione dei beni tra gli eredi sono particolarmente complesse.
Infatti, le quote ereditarie sono uno degli aspetti più importanti della successione legittima, poiché determinano la porzione di patrimonio che spetta a ciascun erede in base alla legge.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio le regole che governano le quote ereditarie nella successione legittima, fornendo informazioni utili per chiunque si trovi ad affrontare questo delicato processo.
Dalle norme di legge alle modalità di calcolo delle quote, passando per le possibili eccezioni e le problematiche più comuni, cercheremo di fornire una panoramica completa e accessibile su questo argomento così importante.
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La successione legittima
Iniziamo subito col dire che la successione legittima è quella forma di successione che si applica quando una persona muore senza lasciare testamento.
Allo stesso modo, quando nel testamento non sono indicati tutti i beni del defunto, tale forma di successione si applicherà limitatamente ai beni esclusi dalle disposizioni testamentarie.
Il nostro ordinamento, come in tutte le successioni del resto, è molto preciso nell’indicare chi siano in tale ipotesi e che quote dell’eredità spettino loro, pertanto ora passiamo ad esaminarlo più nel dettaglio.
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I chiamati all’eredità nella successione legittima
Ai sensi dell’art. 565 del codice civile, in caso di successione legittima l’eredità si devolve al coniuge, ai discendenti, agli ascendenti, ai collaterali , agli altri parenti ed, infine, allo Stato.
Tali soggetti succedono secondo un ordine ben preciso, previsto dagli articoli seguenti del codice. e seguono la regola generale secondo cui il parente di grado più vicino esclude quello di grado più lontano, salvo qualche ipotesi di concorrenza tra loro che vedremo tra breve.
Infine, è il caso di ricordare che al momenti dell’apertura della successione (ovvero quando muore il defunto) tali soggetti sono semplici chiamati all’eredità; per diventare eredi veri e propri, invece, dovranno procedere all’accettazione dell’eredità.
L’accettazione dell’eredità
L’accettazione dell’eredità è quel passaggio che permette al chiamato all’eredità di diventare erede.
Essa può essere di due tipi:
- espressa, quando si compie una dichiarazione innanzi al notaio o al cancelliere del tribunale del luogo ove si è aperta la successione;
- tacita, quando si compiono degli atti che rendono inequivocabile la volontà di diventare erede (ad esempio, vendere un bene del defunto come l’automobile o anche semplicemente rottamarla).
A sua volta, l’accettazione espressa può essere di due tipi:
- semplice, con la quale si diventa eredi puri e semplici, si succede in tutti i rapporti, sia attivi che passivi del defunto e, quindi, si risponde degli eventuali debiti con tutto il proprio patrimonio;
- con beneficio d’inventario, con la quale si redige un prospetto di tutti i crediti ed i debiti del defunto e si risponde di eventuali debiti solo nella misura dell’attivo ereditario.
L’accettazione dell’eredità, infine, deve essere compiuta entro 10 anni dalla morte del defunto o da quando ha rinunciato il chiamato all’eredità precedente: in mancanza, l’eredità si intenderà rinunciata.
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La successione legittima: le quote ereditarie

Abbiamo visto, quindi, come si diventa eredi. ma che quote spettano a questi ultimi dopo aver accettato?
In nostro soccorso viene il codice civile che indica, quale primo chiamato all’eredità, il figlio.
All‘art 566 del codice civile si legge, infatti, che i figli succedono in parti uguali.
Ciò vuol dire che in caso di unico figlio, a questi spetterà tutta l’eredità, mentre in caso di figli plurimi, l’eredità andrà divisa in parti uguali.
L’art. 567 del codice civile, inoltre, ci ricorda che i figli adottivi sono equiparati a quelli naturali.
L’art. 568 del codice civile, invece, disciplina la successione dei genitori, stabilendo che avviene nel caso si muoia senza lasciare figli, fratelli o sorelle o loro discendenti.
La successione dei fratelli è disciplinata dall’art. 570 del codice civile, stabilendo che in caso di assenza di discendenti ed ascendenti, i fratelli succedono in parti uguali.
Ancora, l’art. 583 del codice civile stabilisce che al coniuge si devolve tutta l’eredità in caso di assenza di discendenti, ascendenti o collaterali.
E fin qui tutto bene; il problema si pone nel caso di concorso tra questi soggetti.
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Le quote ereditarie in caso di concorso tra gli eredi
Vediamo ora come si calcolano le quote in caso di concorso tra i predetti eredi.
In caso di concorso tra coniuge e figli, ai sensi dell’art. 581 del codice civile:
- se vi è un solo figlio, a lui spetterà metà dell’eredità e l’altra metà al coniuge;
- in caso di più figli, a questi spetteranno due terzi da dividere in parti uguali tra loro, ed un terzo al coniuge.
In caso di concorso del coniuge con ascendenti, fratelli e sorelle, l’art. 582 del codice civile dispone che:
- al coniuge spettano i due terzi dell’eredità, sia che concorra solo con gli ascendenti, con i collaterali, o con entrambe le categorie;
- ascendenti e collaterali si divideranno il residuo ai sensi dell’art. 571 del codice civile;
- agli ascendenti spetta sempre un quarto dell’eredità.
In caso di concorso di genitori o ascendenti con fratelli e sorelle, l’art. 571 del codice civile stabilisce che:
- Sia che vi siano entrambi i genitori o uno soltanto, tutti hanno diritto ad una quota uguale;
- i fratelli unilaterali hanno diritto a metà della quota dei fratelli germani o dei genitori.
Le quote dei parenti fino al sesto grado e dello stato
In caso di assenza di tutte le precedenti categorie, chiamati all’eredità sono i parenti successivi, fino al sesto grado.
In questo caso, ai parenti che concorrono l’eredità si divide in parti uguali, tenendo presente che l’accettazione del parente di grado più prossimo al defunto esclude la chiamata di quello più lontano.
Dopo il sesto grado, invece, l’eredità viene devoluta allo Stato.
Conclusioni
Abbiamo visto che nella successione legittima le quote, anche se previste dalla legge, non sono così facili da calcolare, perchè dipendono molto dalla presenza di determinati soggetti alla morte del defunto.
Per questo motivo, è bene affidarsi ad avvocati esperti in successioni come noi per poterle calcolare al meglio ed analizzare la situazione complessiva, per poter ottenere quanto spetta dell’eredità senza errori e senza perdita di tempo e denaro.
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