Successione Ereditaria

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Successione Ereditaria

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Tutto quello che devi sapere su: Successione Ereditaria

La successione ereditaria, che cos’è e come funziona

La successione mortis causa è, per definizione, la vicenda traslativa dei diritti da un soggetto ad un altro a causa della morte.

Tale fenomeno traslativo può riguardare tanto un singolo diritto che l’universalità degli stessi; nel primo caso avremo quello che è comunemente definita successione particolare, mentre nel secondo caso avremo l’apertura della successione a titolo universale.

L’insieme di tali diritti costituiranno l’eredità.

L’eredità è, per definizione, ciò che il defunto lascia ai propri cari con la sua scomparsa.

Essa potrà consistere in beni, mobile e immobili, diritti ma, purtroppo, anche in debiti, che ricadranno, in caso di accettazione, nel patrimonio ereditario così come i crediti.

Modalità e termini della Successione Ereditaria

Con la morte della persona si apre la successione necessari, legittima o testamentaria che, attraverso una serie di cautele, consentirà agli eredi di subentrare in tutti i rapporti attivi e passivi del defunto.

Affinché ciò si verifichi, però, è necessario che i chiamati all’eredità, ovvero gli eredi potenziali, accettino tale qualità.

Una volta che i soggetti chiamati all’eredità avranno accettato, si potrà aprire:

  1. una successione legittima, quindi regolata dalle norme del codice civile, che individueranno gli eredi e la relativa quita ereditaria;
  2. una successione testamentaria, qualora il de cuius, prima della sia morte, abbia deciso di disporre della propria eredità con un testamento;
  3. una successione necessaria, qualora si prendano in esame particolari categorie di persone a cui la legge riserva un titolo successorio autonomo rispetto a quello previsto nella successione legittima.

Può capitare talvolta che, anche in presenza di un testamento, trovino applicazione le norme del codice civile come strumenti di salvaguardia dei diritti ereditari.

In tal caso avremo una successione mista, regolata, cioè, in parte dal de cuius tramite le disposizioni testamentarie e in parte dalle norme del codice civile che regolano la successione.

Chi deve presentare la Dichiarazione di Successione?

Chi sono i soggetti onerati alla presentazione della dichiarazione di successione.

La dichiarazione di successione è, come suggerisce il nome, una dichiarazione che deve essere presentata entro 12 (dodici) mesi dalla data di apertura della successione ovvero dal giorno del decesso del soggetto.

Essa è, essenzialmente, un adempimento necessario per succedere fiscalmente nei rapporti patrimoniali del defunto.

Infatti, sebbene, come abbiamo detto in precedenza, si può diventare eredi anche solo con comportamenti omissivi, tuttavia, affinché possiate chiedere la voltura della titolarità dei beni del defunto o gestire un eventuale conto corrente intestato alla persona deceduta, è necessario che l’Agenzia delle Entrate venga resa edotta di tale nuova situazione e ciò sarà possibile solo attraverso la presentazione della dichiarazione di successione.

Detto questo, vediamo chi può presentarla.

Chi può presentare la Dichiarazione si Successione

Il nostro ordinamento consente ad una pluralità di soggetti di presentare la dichiarazione di successione; in particolare può essere presentata dagli eredi, i chiamati all’eredità e i legatari, ovvero dai loro rappresentanti legali, da coloro che sono immessi nel possesso dei beni, (in caso di dichiarazione di morte presunta), dagli amministratori dell’eredità, dai curatori delle eredità giacenti, dall’esecutore testamentario ed infine dai trustee.

In alcuni casi, però, gli eredi sono esonerati da tale obbligo e, in particolare, quando l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta, ha un valore non superiore a € 100.000,00 (euro centomila/00) e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.

Costi della Successione Ereditaria

La legge prevede che le tasse di successione si calcolino in modo diverso a seconda del grado di parentela.

Il coniuge ed i parenti in linea retta (ascendenti e figli), devono pagare soli 4% sul valore eccedente 1 milione di euro (da calcolare per ciascun erede).

I fratelli e le sorelle, invece, devono pagare il 6% sul valore eccedente centomila euro (da calcolare per ciascun erede).

Mentre per gli altri parenti fino al quarto grado, gli affini in linea retta e gli affini in linea collaterale fino al terzo grado, devono pagare il 6% senza franchigia, mentre coloro che non sono legati da un rapporto di parentela con il defunto, lo Stato richiede il pagamento dell’8% senza franchigia.

Per quanto riguarda i beni ereditari devoluti alle persone portatrici di handicap grave, la legge n. 104/1992, ha previsto il pagamento di una tassa solo qualora i beni eccedono il valore di un milione e mezzo di euro.

Impugnazione delle disposizioni testamentaria: l’apertura della successione mista

Qualora solo alcune disposizioni del testamento risultano lesive dei propri diritti ereditari, l’erede che ritiene di essere stato danneggiato, anziché chiedere la nullità dell’intero testamento, potrà decidere di impugnare solamente le singole disposizioni testamentarie.

Attraverso tale opzione si potrà, infatti, far dichiarare nulle solo singole parti del testamento, facendo cadere quei beni oggetto di disposizioni nulle sotto la disciplina del codice civile.

Infatti, accanto alla successione legittima e testamentaria, il codice civile contempla anche un altro tipo di successione, quella necessaria che si apre nei confronti non di tutti gli eredi, ma soltanto a favori di coloro che sono definiti legittimari.

Tali soggetti hanno diritto di ricevere una quota del patrimonio ereditario, a prescindere da quanto può aver deciso il de cuius nel proprio testamento.

Pertanto, qualora si ritenga che non tutto, ma solo una parte del testamento sia lesivo dei propri diritti successori, è opportuno rivolgersi ad un professionista in grado di valutare, caso per caso, se è il caso di impugnare l’intero testamento (come nel caso si assoluta incapacità del testatore al momento della redazione) oppure decide di procedere ad una impugnazione più mirata e specifica che salvaguardi da un lato le volontà del cuius e dall’altro consenta alla legge di operare limitatamente alle disposizioni contrarie alle norme imperative.

Successione ereditaria: Conclusioni

Anche in presenza di un testamento, il diritto di legittima, ovvero il diritto di successione che spetta inderogabilmente a determinati soggetti, non deve e non può essere leso.

Per questo motivo la Legge garantisce a favore di tali individui una determinata quota dei beni ereditari, la quale, se non rispettata dal testatore, può dar luogo ad azioni di impugnazioni testamentarie.

Pertanto, qualora si ritiene di aver subito una lesione dei propri diritti ereditari, si consiglia di rivolgersi ad un professionista che provvederà a valutare, attraverso una dettagliata ricostruzione del patrimonio ereditario e mediante il calcolo delle quote spettanti ai legittimari, la possibilità di procedere ad un’impugnazione delle disposizioni testamentarie qualora risultino effettivamente lesive dei propri diritti successori.

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