Indegnità a succedere

Indegnità a succedere: cosa devi sapere

Si sente spesso parlare di indegnità a succedere: ma cosa comporta? E la dichiarazione di indegnità è automatica?

Si può essere riabilitati? Quanto tempo si ha per poter chiedere ad un giudice di dichiarare indegna una persona?

In questo articolo spiegheremo che cos’è l’indegnità a succedere e risponderemo a queste ed altre domande.

Vuoi far dichiarare una persona indegna a succedere?

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Indegnità a succedere: che cos’è?

L’indegnità a succedere è un concetto giuridico che indica la mancanza dei requisiti necessari per poter ereditare da un defunto.

In altre parole, una persona può essere dichiarata indegna a succedere se ha commesso determinati reati o ha tenuto comportamenti moralmente riprovevoli che la rendono incapace di ricevere una eredità.

Questa figura giuridica è stata introdotta per proteggere l’immagine e la reputazione della persona defunta, nonché per impedire che il patrimonio ereditato finisca nelle mani di individui che non ne sono degni.

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Indegnità a succedere: in quali casi?

Le cause di indegnità a succedere sono stabilite dalla legge.

Il nostro ordinamento prevede tale istituto all’art. 463 del codice civile, nel quale elenca le cause di indegnità:

  • chi uccide o tenta di uccidere colui della cui successione si tratta, o il coniuge, o un discendente, o un ascendente dello stesso, a meno che non si applichi una delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale;
  • chi commette, in danno di una delle predette persone, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull’omicidio (art. 580 codice penale);
  • chi denuncia una di dette persone per reato punibile con l’ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denunzia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale [368 c.p.]; ovvero testimonia contro le persone medesime imputate dei predetti reati, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale;
  • chi è decaduto dalla responsabilità genitoriale nei confronti della persona della cui successione si tratta a norma dell’art. 330 e non è stato reintegrato nella responsabilità genitoriale alla data di apertura della successione medesima;
  • chi induce con dolo [1439 c.c.] o violenza [1434 c.c.] la persona, della cui successione si tratta, a fare, revocare [679 c.c.] o mutare il testamento, o lo impedisce;
  • chi distrugge, nasconde, o altera il testamento in base al quale la successione sarebbe regolata;
  • chi crea un testamento falso o lo utilizza di sapendolo falso.

Indegnità a succedere: come si ottiene?

Indegnità a succedere: come si ottiene?

È importante notare che l’indegnità a succedere non è automatica e deve essere stabilita da un tribunale sulla base delle prove presentate.

Pertanto, occorrerà iniziare un giudizio secondo le norme di legge.

Chi può chiederla

Iniziamo ad esaminare chi può chiedere una pronuncia di indegnità a succedere.

Tale azione giudiziaria risulta riservata dal nostro ordinamento a coloro che potrebbero subentrare all’indegno e, quindi:

  • a coloro che succederebbero all’indegno a titolo di rappresentazione;
  • a coloro che succederebbero all’indegno in caso di mancanza dei soggetti precedenti o in caso di loro rinuncia;
  • a chi potrebbe beneficiare dell’accrescimento della propria quota ereditaria.

Nei confronti di chi va esperita

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, tale azione giudiziaria non va rivolta esclusivamente contro il soggetto che si vuol far dichiarare indegno.

Infatti, dal momento che ogni sentenza ha valore solo tra le parti e che la successione è un rapporto giuridico unitario, la domanda andrà rivolta nei confronti di tutti i soggetti interessati alla successione obbligatoriamente ( cosiddetti litisconsorti necessari).

La prescrizione

Come tutte le azioni giudiziarie, anche per quella volta a dichiarare un soggetto indegno a succedere è previsto un termine entro quale proporla.

In linea generale, tale azione soggiace al termine ordinario di prescrizione previsto dal codice civile, pari a dieci anni, e decorrente dal giorno di apertura della successione.

Nel caso, però, di formazione o uso di un testamento falso, si ritiene che la relativa azione si prescriva sì in dieci anni, ma che questo termine inizi a decorrere da quando il soggetto che vuole agire sia sicuro che il possibile indegno chieda di essere dichiarato erede o legatario in base a detto testamento falso.

Vuoi iniziare un giudizio per indegnità a succedere o difenderti da tale accusa?

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Indegnità a succedere: le conseguenze

Ai sensi dell’art. 464 del codice civile, colui che è dichiarato indegno a succedere è obbligato a restituire tutti i frutti percepiti dopo l’apertura della successione.

Inoltre, l’art. 465 del codice civile prevede che l’indegno non abbia sui beni della successione devoluti ai suoi figli, i diritti di usufrutto o di amministrazione che la legge accorda ai genitori.

Indegnità a succedere: la riabilitazione

Per quanto grave, la dichiarazione di indegnità a succedere non è per forza definitiva.

Infatti, l’art. 466 del codice civile prevede la cosiddetta riabilitazione, ovvero dei casi in cui, nonostante una dichiarazione di indegnità a succedere, l’indegno possa succedere lo stesso al de cuius.

Ciò è possibile solo in due casi:

  • qualora il de cuius lo abiliti espressamente con atto pubblico o con testamento (cosiddetta riabilitazione espressa);
  • qualora il testatore, pur conoscendo la situazione di indegnità a succedere, contempli espressamente l’indegno nel suo testamento; in questo caso, però, potrà succedere solo nei limiti della disposizione testamentaria (cosiddetta riabilitazione tacita).

Conclusioni

Per quanto esposto finora, abbiamo visto che l’indegnità a succedere è una conseguenza molto delicata che l’ordinamento prevede solo per ipotesi particolarmente gravi e che, però, deve essere accertata giudizialmente per evitare abusi.

Pertanto, è sempre bene rivolgersi ad avvocati esperti in successioni qualora si voglia chiedere di dichiarare un soggetto indegno o, al contrario, ci si voglia difendere da questa accusa infamante, per evitare di ottenere una pronuncia contraria al proprio volere, con perdita di tempo e denaro.

Avv. Eugenio Martusciello

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