Arriva a casa una cartella esattoriale del defunto e si viene presi dall’indecisione: che fare?
Correre a pagarla per evitare le sanzioni minacciate dall’ente impositore?
Metterla da parte tanto non ci riguarda?
Entrambe le risposte sono sbagliate: nell’articolo parliamo del perchè e di che cosa fare.
Vuoi impugnare la cartella esattoriale di un defunto?
Leggi anche gli articoli sull’eredità.
Cartella esattoriale del defunto: cos’è
Quando una persona commette un atto punito dall’ordinamento con una sanzione a favore dello Stato e muore prima di pagarla, la relativa cartella esattoriale viene inviata agli eredi, chiedendo loro di pagarla.
Tale cartella può riguardare diverse ipotesi, a seconda della quale l’erede può risponderne o no.
Cartella esattoriale del defunto per sanzione amministrativa
Si tratta di una sanzione comminata dallo Stato per un comportamento non punito in ambito penale o civile.
Tra questi rientrano, ad esempio, il mancato rispetto delle regole sull’igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro o diversi reati ormai depenalizzati, come l’ingiuria o gli atti osceni in luogo pubblico.
Ad ogni modo, tali sanzioni comminate nei confronti del defunto non ricadono sugli eredi.
Cartella esattoriale del defunto per multe stradali
Le violazioni del codice della strada fanno parte della più ampia categoria delle sanzioni amministrative: pertanto, anche le multe elevate al defunto non si trasmettono agli eredi.
Cartella esattoriale del defunto sanzione penale
In questo caso si tratta di una pena prevista per la commissione di determinati reati come, ad esempio, un abuso edilizio.
Anche tali sanzioni, in virtù del principio della personalità della pena (secondo cui la pena colpisce soltanto l’autore del reato e mai altri soggetti), non si trasmettono agli eredi.
Cartella esattoriale del defunto per sanzione tributaria
Diverso il discorso per le sanzioni relative alla violazione di una norma tributaria, come ad esempio quelle relative alla mancata o errata presentazione della dichiarazione dei redditi.
Altre ipotesi molto frequenti sono il mancato versamento dell’IMU o della Tari, spesso dovute anche alla semplice mancata comunicazione al Comune del cambio di residenza o della vendita dell’immobile.
In tale caso, la legge opera una distinzione:
- quanto alle imposte non pagate, queste dovranno essere versate dagli eredi; inoltre, in caso di più eredi, l’Agenzia delle Entrate non sarà tenuta a chiedere ad ognuno di pagare la sua quota, ma potrà chiedere ad un erede qualsiasi il pagamento dell’intero debito;
- quanto alle sanzioni e agli interessi, invece, ai sensi dell’art. 8 del Decreto legislativo n. 472/1997, non potranno essere richieste agli eredi.
Cartella esattoriale del defunto: come evitare di pagarla

Quando ci si trova davanti ad una cartella esattoriale del defunto, bisogna esaminarla con molta attenzione per individuare quelli che possono essere i motivi di invalidità, alla luce dei quali valutare se impugnarla o procedere con altre strade.
Ciò che è importante, però, è non perdere tempo: infatti, trascorsi 60 giorni, la cartella non sarà più impugnabile, anche se viziata.
A quel punto, l’erede, sarà costretto a pagarla.
Leggi in proposito anche l’articolo che parla dei debiti ereditari e di come non pagarli.
Vuoi sapere se è possibile impugnare la cartella?
Notifica
Il primo aspetto da controllare nella cartella esattoriale del defunto è se la notifica è regolare o presenta un qualche vizio, che permetterebbe di impugnarla.
A tal proposito abbiamo scritto un articolo sulla notifica della cartella esattoriale del defunto, al quale rimandiamo per maggiore completezza.
Prescrizione
Valutata la notifica, è il momento di verificare a che anno fanno riferimento gli importi richiesti nella cartella.
Infatti, ogni tipologia di sanzione ha la sua prescrizione.
Ad esempio, le sanzioni amministrative si prescrivo in cinque anni.
Quanto alle multe, invece dobbiamo distinguere: il termine per notificare una multa, infatti, è di 90 giorni, passati i quali si potrà chiederne l’annullamento:
In caso di notifica di una cartella esattoriale relativa ad una multa, però, tale termine non sarà più applicabile, dovendo invece controllare che tra la notifica della multa e quella della cartella siano passati più di 5 anni.
Debito non dovuto dall’erede
Esaminati i precedenti motivi, bisogna valutare a cosa fa riferimento la cartella esattoriale per verificare che le somme richieste siano riferibili a sanzioni che si trasmettono agli eredi.
Come detto in precedenza, infatti, non tutte le sanzioni si trasmettono all’erede: per questo motivo, tale verifica assume un ruolo particolarmente importante per evitare di pagare debiti non dovuti.
in caso contrario, sarà ben possibile eccepire tale vizio chiedendo l’annullamento della cartella.
Rinuncia all’eredità
Ciò che abbiamo detto finora vale in particolare per chi abbia già accettato l’eredità: per coloro che non l’abbiano già fatto, ci sono ulteriori ipotesi da valutare, prima delle quali la rinuncia all’eredità.
La rinuncia all’eredità è una dichiarazione formale che va resa nei modi previsti dalla legge e che ha come effetto di impedire che il chiamato all’eredità diventi erede.
Per quanto ci riguarda al momento, considerato che, come ribadito da ultimo dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 24317/2020, la responsabilità per i debiti ereditari (compresi quelli tributari) grava su chi, accettando l’eredità, assume la qualità di erede e non grava, dunque, sul “semplice” chiamato all’eredità, la rinuncia all’eredità permette a chi la compie di non diventare mai responsabile del debito del defunto.
A ciò si aggiunga un ulteriore vantaggio: come detto in precedenza, una cartella esattoriale del defunto che sia viziata per qualche motivo, deve essere impugnata entro 60 giorni, altrimenti dovrà essere pagata.
Dal momento, però, che la rinuncia all’eredità retroagisce al momento dell’apertura della successione, il chiamato all’eredità che non abbia impugnato per tempo l’atto impositivo, potrà rinunciare all’eredità e così evitare di rispondere del debito.
Per maggiori approfondimenti, anche l’articolo sulla rinuncia all’eredità.
Accettazione con beneficio d’inventario
Infine, un’altra ipotesi valutabile da chi non abbia ancora accettato l’eredità è l’accettazione con beneficio d’inventario.
Infatti, con la rinuncia all’eredità è vero che non si risponde dei debiti del defunto ma è anche vero che non riceve nulla dell’eredità stessa.
In alcuni casi, invece, potrebbe essere più conveniente accettare lo stesso ma con alcune garanzie.
L’accettazione con beneficio d’inventario, quindi, permette all’erede di non rispondere dei debiti ereditari oltre quanto lasciato dal defunto, permettendo così di non essere danneggiati dai debiti stessi e di ottenere il residuo una volta pagati i creditori.
Tale soluzione appare maggiormente preferibile quando nell’eredità vi siano beni di valore affettivo e non patrimoniale, permettendo all’erede di conseguirli senza per questo essere intaccato dai debiti.
Leggi in proposito anche l’articolo sull’accettazione dell’eredità.
Conclusioni
Alla luce di quanto esposto, appare evidente al momento del ricevimento di una cartella esattoriale del defunto di procedere ad un’attenta valutazione della situazione ereditaria complessiva, per evitare di commettere errori che risulteranno poi definitivi.
Pertanto, la migliore soluzione è quella di rivolgersi senza perdere tempo ad un avvocato esperto in successioni, il quale, esaminando la situazione familiare e patrimoniale del defunto, saprà consigliare la soluzione migliore possibile in base alle esigenze specifiche.
Vuoi impugnare la cartella esattoriale del defunto?