Accettazione Eredità
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Accettazione Eredità, ecco cosa ti serve sapere
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Tutto quello che devi sapere su: Accettazione Eredità
Accettazione Eredità, cos’è e cosa comporta
Il nostro ordinamento richiede, affinché si possa succedere nei rapporti patrimoniali del defunto, che il soggetto chiamato all’eredità accetti, tacitamente o espressamente.
L’accettazione è un atto unilaterale, irrevocabile, mediante il quale un soggetto subentra nelle posizioni giuridiche attive e passive del defunto.
Data la natura negoziale dell’atto di accettazione, il Legislatore richiede che il soggetto chiamato ad accettare l’eredità sia capace di agire giuridicamente; questo significa che, in presenza di minori o altri soggetti a capacità giuridica limitata, l’accettazione potrà essere effettata solamente dal rappresentante legale ovvero dal curatore speciale, previa autorizzazione del Giudice tutelare.
Accettazione di eredità, come funziona
L’accettazione è lo strumento attraverso il quale un soggetto decide di accettare l’eredità del defunto.
Essa può essere tacita, quindi sostanziandosi in una serie di azioni o omissioni che fanno presumere la volontà del soggetto di acquistare la qualità di erede, oppure espressa, tramite un atto con il quale si accetta, in maniera inequivocabile e irrevocabilmente la qualità di erede.
Modi e forme di Accettazione dell’Eredità
Come abbiamo detto poc’anzi, l’accettazione può essere espressa, mediante un atto notorio con il quale ci si dichiara eredi di un soggetto, oppure può essere anche tacita, sostanziandosi in una serie di comportamenti che fanno presumere la volontà di un soggetto di acquisire la qualità di erede.
Per questo motivo, soprattutto quando non si è ancora sicuri di voler accettare l’eredità, bisogna stare attenti che le proprie azioni non comportino un’accettazione tacita dell’eredità.
Facciamo qualche esempio pratico: l’utilizzo del veicolo intestato al defunto, comporta accettazione tacita dell’eredità; continuare ad abitare nell’immobile di proprietà del de cuius, trascorsi 3 (tre) mesi dal decesso, comporta accettazione dell’eredità.
Come abbiamo visto, una serie di comportamenti, che di fatto fanno parte della nostra quotidianità, possono comportare accettazione pura e semplice dell’eredità; per questo motivo, quando si è nel possesso dei beni del defunto, occorre procedere celermente, anche alla luce dei strettissimi tempi previsti dal legislatore (tre mesi), anche perché diversamente dalla rinuncia, l’accettazione è irrevocabile, con la conseguenza che una volta diventati eredi sarete costretti a rispondere di tutti i debiti del defunto, anche con il vostro patrimonio, non solo presente ma anche futuro.
Accettazione di Eredità semplice
Si parla di accettazione semplice quando l’erede subentra i tutti i rapporti attivi e passivi facenti capo al proprio parente, senza distinzione alcuna, con la conseguenza che, in caso di presenza di un massiccio numero di debiti, egli sarà costretto a risponderne anche con il proprio patrimonio personale.
Infatti, il più delle volte, per mancanza di conoscenza del reale stato patrimoniale del de cuius, si tende ad accettare semplicemente l’eredità, con conseguenze, purtroppo, non sempre piacevoli.
Per questo motivo è auspicabile rivolgersi ad un professionista, che tramite un’analisi dettagliata della posizione patrimoniale del de cuius, valuterà la migliore soluzione adottabile.
Leggi anche queste guide che ho preparato per te: testamento, testamento olografo, testamento segreto e testamento biologico.
Accettazione di Eredità con beneficio d’inventario
L’accettazione con beneficio d’inventario, diversamente da quella pura e semplice, consente all’erede di tutelare il proprio patrimonio dai debitori del de cuius.
Infatti, in alcuni casi, anche in presenza di debiti ereditari, anziché rinunciare, può risultare più conveniente procedere con un’accettazione con beneficio d’inventario.
Tale strumento, infatti, vi consente di rispondere dei debiti del defunto nei limiti del patrimonio ereditato, facendo salvo il vostro.
Per chiarezza procediamo con un esempio pratico: Tizio muore lasciando un immobile del valore di €100.000,00 e un debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate di €80.000,00; pertanto, detratti i debiti, potrete ereditare € 20.000,00.
In questo caso sembra superfluo procedere con un’accettazione con beneficio d’inventario, vero?
Tuttavia, l’esperienza ha dimostrato che il più delle volte gli eredi scoprono, anche dopo diversi anni dal decesso del proprio parente, debiti non conosciuti.
Riprendendo il nostro caso, se Tizio scopre che il defunto, oltre al debito di €80.000,00 con l’Agenzia delle Entrate, aveva contratto un finanziamento di € 30.000,00, sarà costretto a pagare tutti i € 30.000,00 se ha semplicemente accettato l’eredità, mentre, nel caso in cui abbia accettato con beneficio d’inventario, dovrà risponderne solo di € 20.000,00.
Perché questa differenza?
La risposta è semplice.
Come abbiamo detto poc’anzi, con l’accettazione con beneficio d’inventario l’erede è chiamato a rispondere dei debiti del defunto nei limiti del patrimonio ereditato; quindi se eredita 100 sarà chiamato a risponderne fino a 100 e non un euro in più; se invece ha semplicemente accettato l’eredità, anche se eredita 100 sarà chiamato a rispondere dei debiti del defunto illimitatamente con il proprio patrimonio presente e futuro.
I costi per l’accettazione con beneficio d’inventario possono variare a seconda se si decide di affidarsi ad un Notaio oppure di rivolgersi al Tribunale territorialmente competente.
I costi per l’accettazione con beneficio d’inventario in Tribunale sono: versamento di € 294,00 da effettuarsi tramite F24, una marca da bollo di € 16,00 ed una di €11,84.
I documenti richiesti sono gli stessi richiesti per la presentazione della rinuncia:
- certificato di morte e dichiarazione sostitutiva con l’indicazione dell’ultima residenza del defunto;
- copia del documento di riconoscimento e del codice fiscale del defunto;
- copia del documento di riconoscimento e del codice fiscale del rinunciante;
- nel caso in cui esiste un testamento, verbale di pubblicazione del testamento.
Termini dell’Accettazione di Eredità
La dichiarazione di accettazione deve essere fatta entro il termine di prescrizione di 10 (dieci anni) se il soggetto non è nel possesso dei beni del de cuius, ovvero nel più breve termine di 3 (tre) mesi in caso contrario.
Qualora sia necessario che il soggetto chiamato all’eredità renda questa dichiarazione in tempi più brevi, per esempio se si è creditori del defunto e si intende procedere al recupero del proprio credito, i soggetti interessati potranno chiedere al Tribunale competente territorialmente di stabilire un termine perentorio entro il quale il chiamato all’eredità deve accettare, trascorso il quale l’eredità si ritiene rifiutata.
Accettazione di Eredità, conclusioni
L’accettazione è un atto unilaterale con il quale l’Ordinamento ha disciplinato il subingresso di soggetto nei rapporti giuridicamente rilevanti del defunto.
Sebbene l’accettazione possa essere espressa anche tacitamente, attraverso una serie di azioni o omissione che fanno assumere alla persona chiamata alla successione la qualità di erede, si parla in questo caso di acquisto legale dell’eredità, essa consta di una particolare forma quando il soggetto decide di accettare l’eredità con beneficio d’inventario.
Infatti, il beneficio d’inventario, comportando una limitazione della responsabilità patrimoniale dell’erede, richiede anzitutto una dichiarazione formale dell’accettante, la redazione di un inventario dei beni ereditari e, infine, l’adozione di una procedura di liquidazione delle passività del defunto, qualora richiesta.
Come è facile comprendere, tale iter può essere piuttosto complesso, soprattutto quando occorre procedere ad una ricostruzione analitica dei beni ereditari; per questo motivo si consiglia di rivolgersi ad un professionista che provvederà, attraverso la consultazione di diverse banche dati, alla corretta ricostruzione dell’asse ereditario e delle passività del defunto, onde evitare la decadenza dal beneficio d’inventario con tutte le conseguenze patrimoniali che ne possono derivare.
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